(non solo) MUSEI

Dalla Cina con Miner e la sua Nintendo Switch

Miner è cresciuta in una regione della Cina dove il proverbio “se il cane vede il sole abbaia”, è molto diffuso. Il Sichuan è una valle ampia, l’umidità favorisce la formazione di nebbia e nuvole, la pelle delle persone è particolarmente chiara e – mi racconta – le donne di quella regione sono considerate le più belle della Cina.

Ci incontriamo proprio in un giorno di pioggia e vento, in un luogo di Genova a lei caro: il Porto Antico, vicino all’Isola delle Chiatte in Via al Mare Fabrizio De Andrè. Miner ora vive a Milano dove lavora per un’azienda in ambito supply chain, ma resta molto legata alla città dove ha molti amici e dove si è laureata in archeologia. Ci spostiamo in Via Balbi, sede della sua Università e della biblioteca del Centro Studi Medì*.

Al riparo dalle intemperie, mi mostra l’oggetto che ha scelto, una Nintendo Switch, una console portatile che occupa poco spazio, e che proprio per questo motivo è sempre stata nel suo zaino. Da Deyang, sua città natale, fino a Chengdu per il primo corso di Italiano, da Siena per approfondire la lingua, fino a Genova, e ora Milano. Durante gli studi ha acquistato pochi giochi, per evitare distrazioni, ma ora può permettersi di comprarne qualcuno in più e, grazie al lavoro ed allo stipendio, è arrivata anche una versione della Switch in edizione limitata.

Miner non è una persona legata ad oggetti fisici, è abituata a viaggiare, a traslocare in case prese in affitto, ama divertirsi e trae maggiore soddisfazione dal vivere nuove esperienze piuttosto che dal possedere beni materiali. L’oggetto che ha scelto rappresenta molto bene il suo modo di essere e le fasi della sua vita; è facile da trasportare, leggero, ma non solo, è anche un contenitore di esperienze e di divertimento. Con la Switch si può giocare on line oppure fisicamente, in due e più giocatori o da soli.

Se la console sembra essere il simbolo del suo stile e delle sue scelte di vita, i giochi che ama fare sono metafora della sua personalità, molto positiva e pronta ad affrontare le sfide che il destino le pone di fronte con il sorriso e con fatalità, divertendosi, ma cercando di affrontare ogni “livello” con l’obiettivo di superarlo.

La osservo mentre gioca, dopo aver accuratamente pulito il display. Mi racconta che l’ambientazione del videogioco che sta facendo è fantasy, i personaggi possono usare sia la magia sia strumenti fisici, le sfide sono intricate e il suo personaggio si destreggia alla ricerca di elementi e passaggi “amici”. In queste parole c’è molto del significato simbolico contenuto nei 320 grammi dell’oggetto scelto da Miner, 29 anni, nata in Cina, Genovese per scelta.

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